Cosa succede se un lavoratore si dimette all’improvviso e senza preavviso? Il dipendente può rischiare davvero grosso. Ecco cosa è successo.
Non sempre l’ambiente in cui lavoriamo è soddisfacente per diversi motivi. Sempre più italiani si dimostrano poco contenti del proprio impiego per ragioni che riguardano il ritmo di lavoro, gli stipendi, ma anche il rapporto con i propri colleghi o superiori. Infatti, secondo una recente indagine sul mondo lavorativo, soltanto il 47% degli italiani si dichiara felice della sua vita professionale.
Chi non è soddisfatto spesso, per necessità, è costretto ad andare avanti e sopportare situazioni difficili e dolorose, mentre altre persone lasciano il lavoro. Il licenziamento autonomo del dipendente prende il nome di dimissioni volontarie. Il lavoratore dichiara di voler lasciare il proprio impiego e questo può avvenire indipendentemente da una motivazione, comunque sempre valida. Tuttavia, deve comunicarlo al datore di lavoro con un certo preavviso di tempo. Ma cosa succede se non accade?
Se tra il datore di lavoro e un dipendente è stato stipulato un contratto regolare, allora bisogna leggere bene le clausole. Licenziarsi senza preavviso in certe condizioni è molto rischioso per il lavoratore, che può essere anche sanzionato dal datore di lavoro. Ma vediamo bene cosa si rischia e soprattutto cosa succede e in quali casi ci si può licenziare senza preavviso. Quando si rischiano sanzioni e quando no.
È possibile licenziarsi in tronco qualora sussista soltanto la giusta causa. Uno di questi è quando si è verificata una inadempienza grave tale da rendere impossibile proseguire il rapporto di lavoro. Così il dipendente è autorizzato a rassegnare le dimissioni immediate, senza presentarsi al lavoro il giorno seguente. In questo caso il rischio è solo quello di non poter percepire la Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione.
È possibile licenziarsi in tronco quando si è in maternità, ovvero quando si è venuti a conoscenza della gravidanza fino al compimento del primo anno del figlio. In questo caso il preavviso non è obbligatorio, perché rappresenta un motivo valido per rassegnare le dimissioni. Anche durante il periodo di prova non è obbligatorio dare preavviso di dimissioni, quando sia il datore che il dipendente hanno possibilità di valutare se ci sono le condizioni di proseguire il rapporto di lavoro.
Ma veniamo a quando è obbligatorio avvisare il datore di lavoro con largo anticipo. Il preavviso è molto importante perché è una forma di tutela verso l’azienda. Le dimissioni possono essere presentate senza motivarle e il dipendente può scegliere di interrompere il lavoro in qualsiasi momento, tuttavia, per legge deve avvisare il datore di lavoro con largo anticipo, in modo che esso trovi un sostituto. Nel periodo in cui presenta le dimissioni, deve continuare a lavorare fino al giorno pattuito e non può andare in ferie.
Se non rispetta gli accordi, l’azienda può sanzionare il dipendente, che subirà una trattenuta nell’ultima busta paga per un importo pari all’indennità sostitutiva calcolata in base alle giornate di preavviso. L’indennità di mancato preavviso è pari alla retribuzione che spetta al lavoratore nel periodo di preavviso che avrebbe dovuto lavorare.
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