Attenzione allo stipendio, in aumento limiti e importi per il pignoramento: la novità recente

Gli stipendi a breve cambieranno radicalmente. Verranno introdotte alcune novità da tenere d’occhio: ecco di cosa si tratta.

Se c’è una cosa che un lavoratore può temere più di tutte le tasse e le imposte obbligatorie a cui fare fronte, è il pignoramento dello stipendio. Una pratica alla quale si può andare incontro per vari motivi. E che quando accade, per ovvie ragioni, non è mai piacevole come sembra.

Ecco come avviene il pignoramento
Stipendio da lavoratore: quando avviene il pignoramento? (Liberaveneto.it)

Del resto il pignoramento del proprio compenso mensile prevede che ciò non venga più percepito. Creando non pochi disguidi al lavoratore o alla lavoratrice che cade vittima di questa situazione. A proposito del limite relativo all’importo che può essere sottratto, ci sono alcune interessanti novità da conoscere.

Come funziona il pignoramento dello stipendio?

Quando uno stipendio viene pignorato, chi di dovere agisce sostanzialmente tramite un’operazione di recupero credito, pratica ampiamente diffusa a livello legale. Vengono sostanzialmente prelevati i beni del debitore, la cui situazione di debito è tale nei confronti di terzi, che possono essere banche o datori di lavoro.

Ecco come avviene il pignoramento
Conto corrente: ecco quanti soldi possono pignorarti (Liberaveneto.it)

Per quanto questa operazione sia legittima e prevista come prassi nei casi più delicati, ci sono comunque delle norme che bisogna rispettare. La parte di stipendio definita “minimo vitale”, cioè quella che gli permette di vivere, non può essere pignorata. Quello che invece rientra nella mera cifra economica invece sarà prelevata, se previsto naturalmente.

Essenzialmente da ogni stipendio può essere portato via circa un quinto della sua parte. In caso di stipendio da 1.000 euro netti, si potranno pignorare solamente 200 euro. Questo poiché gli altri 800 sono indispensabili al lavoratore per vivere, dunque non possono essere portati via in alcun modo.

Nel 2024 però, le cose sono fortemente cambiate. Se sul conto corrente di un lavoratore si trovano infatti 3.000 euro, a causa dell’aumento degli assegni sociali si è innalzato anche il tetto di pignoramento. Questo gli verrà dunque portati via esattamente 1.603,23 euro. Cifra che potrebbe sembrare irrisoria, ma che in realtà permette al lavoratore sia di vivere che di fare fronte al suo debito.

Non si sa se questa riforma verrà rivisitata o meno, ma al momento le cose stanno come elencato. Se invece lo stipendio è stato accreditato dopo il pignoramento, la quantità di soldi prelevabile equivarrà ugualmente ad un quinto dello stipendio mensile. Dunque, se sei un lavoratore che rischia questo provvedimento, occhio alle finanze presenti sul conto corrente.

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