Bisogna inserire Btp e Libretti Postali all’interno dell’ISEE? Arrivano i chiarimenti: ecco le cifre da rispettare per evitare multe.
Nel 2024 il precedente Reddito di cittadinanza è stato sostituito dall’Assegno di inclusione. Per poter richiedere il nuovo sussidio è necessario presentare l’ISEE aggiornata. Una cosa che non risultava molto chiara, però, è se Btp e Libretti Postali vanno inclusi nel calcolo dell’ISEE. Questo perché, fino a poco tempo fa, la procedura non risultava aggiornata da parte dell’INPS, e questo potrebbe aver causato problemi a chi ha già presentato l’ISEE aggiornata.
L’aggiornamento dell’INPS si è fatto attendere non poco, con un ritardo di 13 giorni per fornire il nuovo comunicato. Il risultato è che le attestazioni presentati in questi giorni potevano riportare il valore del patrimonio mobiliare senza la franchigia prevista. L’INPS ha spiegato che l’entrata in vigore della nuova disposizione non è immediata, essendo subordinata all’approvazione delle modifiche delle regole sulla disciplina ISEE. Di conseguenza, la disciplina ISEE sui patrimoni mobiliari resta immutata.
Btp e Libretti Postali nella dichiarazione ISEE: bisogna inserirli?
In altre parole, la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) presentata da gennaio 2024 in poi deve includere tutti i rapporti finanziari delle famiglie fino al 31 dicembre 2022. Questo include Btp e libretti di risparmio totale fino a un valore complessivo di 50.000 euro. Il ritardo di due settimane per l’arrivo del chiarimento ha causato molta confusione, e potenzialmente danni diretti e indiretti per chi ha già consegnato l’ISEE escludendo dal calcolo Btp e Libretti. Problema che poteva essere evitato con un intervento più tempestivo da parte dell’INPS.
Chi ha consultato i Caf per avere aiuto a riguardo potrebbe aver ricevuto istruzioni di inserire tutti i valori mobiliari nel valore intero, confidando nell’eventuale modifica dell’INPS. Le Poste, invece, hanno inserito nella documentazione degli ultimi giorni l’esclusione dei titoli di Stato e dei prodotti del risparmio postale, inclusi i libretti.
Questo ha creato ulteriore confusione, e tra chi non ha inserito i titoli in questione nell’ISEE e chi li ha inseriti oltre il valore nominale di 50.000 euro, il risultato finale è che molte persone che hanno già compilato l’ISEE finiranno per non avere accesso ai bonus a cui hanno diritto. Questi includono i bonus dell’asilo nido, la retta dell’università, la carta acquisti, il bonus sociale luce e gas e, naturalmente, il nuovo Assegno di inclusione. Insomma, un disastro per molti contribuenti.