Cambiali pagate in ritardo: finalmente puoi cancellare i protesti

Hai pagato le cambiali in ritardo? Non avrai più niente di cui preoccuparti: puoi cancellare i protesti. Vediamo come è possibile farlo.

Un atto pubblico conosciuto è il protesto. Si tratta di uno strumento che ha il compito di tutelare il credito nei confronti di un debitore. Quest’ultimo non ha pagato l’importo previsto per un assegno o da una cambiale entro i termini previsti. Di solito sono due giorni dopo la scadenza per le cambiali. La data certa degli assegni è sempre tra gli 8 e i 15 giorni. Ma si può cancellare questo protesto prima che la situazione prosegua?

Come cancellare i protesti per le cambiali
Scopri come puoi cancellare i protesti per le cambiali – Liberaveneto.it

Noi sappiamo che la procedura identifica il debitore come un “cattivo pagatore”. Viene inserito nel Registro Informatico dei Protesti e poi aggiornato mensilmente dalla Camera di Commercio. In questo modo non può acquistare alcun tipo di credito. Per rimuovere questa iscrizione bisogna cancellare il protesto. E non è così semplice farlo dato che il nome resta sul registro per un anno intero (anche se l’assegno viene comunque pagato).

Come cancellare il protesto, la procedura che devi seguire: fallo il prima possibile

Però esiste una possibilità da tenere in conto. Basta richiedere alla Camera di Commercio del proprio territorio di inserire una dicitura. Stiamo parlando della frase “Pagato dopo il protesto“. Per riuscirci va chiesta dopo aver pagato l’assegno ovviamente. La riabilitazione avverrà da parte del Tribunale, che ha la piena competenza territoriale. Così facendo può arrivare a fornire un decreto che andrà consegnato all’Ufficio protesti della Camera di Commercio.

Come cancellare i protesti per le cambiali
Tutto quello che devi sapere sui protesti per le cambiali – LIberaveneto.it

Per ottenerlo è necessario fornire i propri dati anagrafici, la copia di un documento di identità e l’atto di protesto. Questa procedura deve essere avviata entro cinque anni. E se il Tribunale nega la richiesta, si può fare ricorso in Corte d’appello entro 10 giorni dalla decisione. Se il decreto viene ottenuto senza alcun problema, a quel punto è possibile presentare un’altra domanda in Camera di Commercio.

Andrà fatto tramite un modulo apposito e pagando una marca da bollo di 16 euro. In 20 giorni circa saranno effettuate le cancellazioni e poi la riabilitazione (tutto pubblicato sul Registro dei Protesti). Così facendo l’ex debitore perderà l’etichetta di cattivo pagatore e potrà acquistare i crediti regolarmente. Questa è la procedura da tenere a mente per non correre alcun tipo di guaio. Tenetela bene a mente per il futuro.

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